Bologna! chi di noi non la conosce? penso nessuno. Questa città oltre che ad ospitare una delle università più antiche d’Europa, offre moltissime cose da vedere! Quindi seguiteci e vi spiegheremo cosa vedere a Bologna.

La Dotta, la Rossa, la Grassa: così è definita Bologna, capoluogo della ricca Emilia Romagna. La Dotta per la presenza di una delle più antiche Università d’Italia che ancora oggi continua ad attrarre studenti italiani e stranieri e a mantenere il suo ruolo di attivissimo centro culturale. Bologna la Rossa per il colore che i tetti e le case danno alla città, mantenendo vivi i colori tipici dell’epoca medievale.
cosa vedere a Bologna: Piazza Maggiore a Bologna
Cuore pulsante della città, Piazza Maggiore (o Piazza Grande come la chiamano i bolognesi e la cantava Lucio Dalla) è il centro della vita civile e religiosa di Bologna.

È celebre per la Fontana del Nettuno, sulla quale si affacciano i più importanti edifici della città medievale: ad Ovest il trecentesco Palazzo Comunale, ad Est il cinquecentesco Palazzo dei Banchi e a Sud l’imponente Basilica di San Petronio di fronte alla quale si stende l’elegante Palazzo del Podestà. Tutte costruzioni che testimoniano la storia della città, una storia iniziata nel 1200 quando il popolo sentì il bisogno di attrezzare la città di uno spazio da adibire a mercato. Tutti gli edifici che la costituivano vennero acquistati dal Comune e poi abbattuti e solo nel Quattrocento Piazza Maggiore assume l’austera forma che conserva ancora oggi. Nonostante la sua importanza storica, pare che la Piazza porti sfiga agli studenti che frequentano la celeberrima Università bolognese. Secondo la leggenda non bisogna mai attraversare la Piazza passando per il centro, ma sempre costeggiandola, perché altrimenti si può dire “Addio” alla tanto ambita laurea.
cosa vedere a Bologna: Basilica di San Petronio a Bologna
La Basilica di San Petronio è la chiesa più importante e imponente di Bologna oltre ad essere la quinta chiesa più grande del mondo. I lavori di costruzione della Basilica iniziarono nel 1390 ma andarono avanti per secoli. Per far spazio a questo tempio, simbolo dell’orgoglio civico della città, fu necessaria la demolizione di torri, abitazioni private e ben otto chiese.

È l’ultima grande opera gotica realizzata in Italia, a croce latina a tre navate con cappelle. Da non perdere la Cappella Bolognini affrescata con le Storie dei Re Magi, il giudizio universale il Paradiso e in basso l’Inferno con una straordinaria e gigantesca figura di Lucifero e la rappresentazione del profeta Maometto nell’Inferno. La Basilica di San Petronio è appartenuta per lungo tempo al Comune che l’ha utilizzata per i più svariati scopi: luogo di cerimonie, tribunale, ritrovo pubblico; solo nel 1929, in seguito ai Patti Lateranensi, è diventata proprietà della Diocesi. Se vi recate in visita alla Basilica di San Petronio non potrete far a meno di notare la Meridiana costruita dal Cassini per dimostrare che era la Terra a girare intorno al Sole, e non viceversa com’era credenza del tempo.
cosa vedere a Bologna: La Torre degli Asinelli a Bologna
Le torri di Bologna sono uno dei tratti distintivi della città. Delle tante torri che vennero costruite tra il XII e il XIII secolo, oggi ne restano meno di venti. Queste strutture avevano una funzione sia militare che gentilizia: davano prestigio alla famiglia che ne ordinava la costruzione.

Le due torri più importanti sono quella degli Asinelli e la Garisenda. La Torre degli Asinelli venne costruita tra il 1109 e il 1119 dall’omonima famiglia che, oltre a riceverne prestigio sociale, la utilizzò per scopi militari di difesa ed avvistamento. Nel 1448, infatti, la torre venne dotata di una rocchetta per accogliere i soldati di guardia. Attualmente gli archi del portico della rocchetta ospitano alcune botteghe di artigiani, in memoria della funzione commerciale che la città svolgeva nel Medioevo. I visitatori, dopo aver percorso i 498 gradini della scalinata interna, possono arrivare fino alla cima della Torre degli Asinelli che, dai sui 97,20 metri di altezza, permette di avere la città rossa ai propri piedi. Durante le belle giornate, la vista può arrivare fino al mare e alla Prealpi del Veneto. La Torre Garisenda è più bassa (47 metri) e non è visitabile.
cosa vedere a Bologna: La Basilica di Santo Stefano a Bologna
La Basilica di Santo Stefano è un insieme di edifici sacri che formano il più noto complesso delle Sette Chiese. La triangolare Piazza Santo Stefano, che di recente è stata riportata al suo aspetto originario, accoglie la Chiesa del Crocifisso, la Basilica del Sepolcro, la Chiesa di San Vitale e Sant’Agricola, il Cortile di Pilato, la Chiesa del Martyrium, il Chiostro Medievale e il Museo di Santo Stefano.

Tutti edifici molto antichi che, se anche risalgono ad epoche differenti, mantengono una certa omogeneità stilistica, rendendo il complesso il monumento romanico più interessante e meglio conservato di Bologna. È probabile che il progetto originario del complesso risalga al V secolo quando il vescovo Petronio, dopo un viaggio nella Terra Santa, volle riprodurre nel capoluogo emiliano i luoghi sacri di Gerusalemme. Nel corso degli anni i lavori di modifica e di restauro hanno cambiato l’aspetto antico del complesso fino a ridurre a quattro il numero delle sette chiese iniziali.
L’Archiginnasio
L’Archiginnasio è il più bel palazzo di Bologna e certamente uno dei più belli d’Italia. Di solito il turista frettoloso passa davanti al portone d’ingresso buttando solo uno sguardo distratto al portico centrale.

Invece bastano pochi passi per lasciarsi meravigliare dal un lungo portico con 30 arcate decorate da centinaia di stemmi e due logge ai piani superiori. L’Archiginnasio fu voluto (1563) dal cardinale Carlo Borromeo. L’obiettivo era dare all’Università di Bologna, la più antica del mondo, un’unica, bellissima sede. Questo palazzo è stato luogo di insegnamento fino al 1838 per lasciare spazio alla biblioteca. Saliti gli scaloni si incontrano 10 aule (non visitabili) e la Biblioteca, a cui si può accedere per studio ma non per visite turistiche. Le due aule magne che un tempo ospitavano Artisti e Legisti (Stabat Mater) sono splendidamente decorate. Le volte, le pareti delle sale, gli scaloni e i loggiati sono ricoperti di stemmi, iscrizioni e monumenti che celebrano i maestri e gli studenti passati dalle aule dell’Archiginnasio. Da non perdere una visita al Teatro Anatomico, distrutto dai bombardamenti del 1954 ma interamente e perfettamente ricostruito con i materiali originale. Una curiosità: durante i bombardamenti alleati su Bologna il palazzo fu gravemente danneggiato. I fascisti, per fare propaganda, scrissero all’ingresso del portone “Opera dei liberatori”, per far passare il messaggio che quella distruzione era colpa di chi voleva liberare Bologna dai nazi-fascisti. La scritta è ancora visibile.
Orari di apertura e biglietto per l’Archiginnasio
Orari di apertura: Lunedì-Venerdì 10-18. Sabato: 10-19. Domenica e festivi: 10-14
Costo del biglietto: 3 €. Accesso al Teatro Anatomico e alla Sala dello Stabat Mater (quando non occupate per iniziative culturali). Visita turistica della Biblioteca non consentita.
I canali di Bologna
Forse lo sanno in pochi, ma Bologna è sempre stata una città d’acqua, una piccola Venezia che ora è in gran parte nascosta. Lo scorcio più suggestivo di questa Bologna insolita lo si scopre aprendo una finestrella che si trova a Via Piella. Qui, come in una visione, lo sguardo si apre sul canale delle Moline, usato per secoli per alimentare i mulini ad acqua con cui si lavorava il grano.

Dimenticata per decenni, tanto che la gran parte dei canali sono stati interrati negli anni ’50, la natura “acquatica” di Bologna è stata riscoperta recentemente dagli stessi abitanti che stanno cercando di rivalutarla. Oltre alla finestrella di Via Piella sono state aperte altre “vedute” sul Canale delle Moline dai ponti delle vie Oberdan e Malcontenti. Qua e là, in giro per il centro storico, si scorgono chiuse, torrenti seminascosti, si sente il rumore dell’acqua ma non la si vede. Come nel Ghetto Ebraico, sotto cui scorre l’Aposa o all’incrocio tra via delle Moline e via Capo di Lucca, dove si può sentire il rombo del Salto del Reno.
La Pinacoteca Nazionale di Bologna
La Pinacoteca Nazionale di Bologna ospita una delle più importanti raccolte museali italiane. Le opere qui presenti ripercorrono tutto l’iter artistico emiliano e italiano dal XIII all’inizio del XIX secolo. Sono presenti opere di Raffaello, Carracci, Reni, Perugino, Parmigianino, Tintoretto, Vasari, Guercino e molti altri.

Il nucleo iniziale della raccolta è stata una cospicua donazione di Monsignor Francesco Zambeccari; nel corso degli anni, poi, il patrimonio si è arricchito con donazioni di privati, lasciti ed acquisizioni statali fino a rendere la Pinacoteca una delle Gallerie nazionali più apprezzate e conosciute in Italia e all’estero. Annovera trenta sale espositive più uno spazio dedicato interamente a mostre temporanee e alle attività didattiche. La Pinacoteca di Bologna, oltre a svolgere una funzione puramente espositiva, si occupa della tutela, della conservazione e dello studio di tutto il patrimonio artistico regionale e cittadino.
I Portici di San Luca a Bologna
Cosa sarebbe Bologna senza i suoi portici? Per ben 40 chilometri la città è percorsa da porticati che non sono solo un elemento architettonico ma rappresentano l’essenza stessa e gli umori della città.

Durante la bella stagione sono un’ottima protezione dal sole, nei mesi più freddi, invece, riparo perfetto dalla pioggia. Sono la metropolitana all’aperto di Bologna, percorsi coperti che permettono di raggiungere ogni punto della città. Il più famoso portico è quello di quasi 4 km che dal centro di Bologna porta alla Chiesa di San Luca, simbolo di Bologna posta sopra il Colle della Guardia. Legata al culto dell’immagine della Beata Vergine di S. Luca (la prima immagine della Madonna realizzata direttamente dall’Evangelista), la chiesa attuale fu realizzata tra 1723 e 1757 in sostituzione di una precedente chiesa quattrocentesca. La chiesa ha una planimetria ellittica con l’interno a croce greca impreziosito da opere di Guido Reni e Guercino. Il portico coperto, con 666 arcate, collega il santuario a Porta Saragozza in città. Il numero di 666 (simbolo del demonio) non sarebbe casuale ma è pieno di riferimenti simbolici: i portici hanno la forma di un serpente (il diavolo) schiacciato dal piede della Madonna, rappresentato dalla chiesa con la sua immagine miracolosa. La salita, quindi, rappresenta un percorso di liberazione e purificazione dal peccato. Dalla chiesa, ogni anno, parte la processione che porta la Madonna con Bambino alla cattedrale durante la settimana dell’Ascensione. Lungo i portici di San Luca i bolognesi vanno a correre, soprattutto di domenica: se volete affrontarli, scarpe comode e tanta pazienza, perché si fatica molto!
Chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna
Questa piccola chiesa che si raggiunge da una stradina laterale di Piazza Maggiore, merita una visita per il bellissimo “Compianto del Cristo morto” modellato nella seconda metà del ‘400 da Niccolò dell’Arca.

Questo gruppo scultoreo è considerato uno dei capolavori della scultura italiana, ingiustamente sconosciuto a molti. Il dolore espresso dai volti delle statue spinse Gabriele D’Annunzio a definire l’opera un “urlo di pietra”. La Chiesa di Santa Maria della Vita fu fondata nella seconda metà del secolo XIII dalla Confraternita dei Battuti o Flagellati ed è considerato il più importante esempio di Barocco bolognese. Da non perdere anche il vicino oratorio e il Museo della Sanità che conserva il ricordo dell’ospedale voluto dai flagellanti.
Cosa mangiare a Bologna
La fama gastronomica di Bologna risale al Medioevo, quando l’affluenza di studenti e professori provenienti da ogni parte del mondo rese necessario un arricchimento della cultura gastronomica. La cucina bolognese, come quella emiliana in genere, è varia ed abbondante. Oltre ai famosi tortelli, preparati ancora a mano da esperti pastai e serviti rigorosamente in brodo, pasta all’uovo e carne di maiale sono i protagonisti delle tavole, e dalle diverse combinazioni di questi due elementi nascono alcune piatti tipici.

Tra questi, da citare il ragù, preparato con carni miste di maiale, vitello e manzo; le tagliatelle, preparate con farina e uova; le lasagne, condite a strati alterni di ragù, besciamella e parmigiano e la cotoletta alla bolognese, ricoperta da formaggio e da una fetta di prosciutto crudo. Sempre dalla carne di maiale nasce la mortadella, un salume tipico da cui non solo si ricava il ripieno per i tortelli, ma anche una spuma da utilizzare da accompagnamento per tartine e crostini. Tra i dolci, è da ricordare il celebre certosino: si tratta di un dolce natalizio preparato con miele, mandorle, frutta candita, pinoli, burro, uva sultanina, cannella e cioccolato fondente. Si mangia ovunque bene, ma se amate i giovani e la vita serale, la vostra destinazione è il “Quadrilatero” intorno a Piazza Maggiore. Da non perdere anche una visita al FICO, il centro commerciale del cibo italiano d’eccellenza che si raggiunge con l’autobus dalla stazione di Bologna. Mettete in conto che ci vuole almeno mezza giornata per girarlo tutto.
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